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Speciale: Percorsi nella soggettività


Quaderni della ginestra                                                                                                                              n° 8, anno 2013/1

INTRODUZIONE

Le pagine seguenti raccolgono i contributi presentati in occasione della Giornata di Studi Percorsi nella soggettività, tenutasi presso l’Università di Parma il 21 aprile 2011. L’iniziativa ha conferito particolare rilievo ai temi del soggetto e della soggettività, colti nella loro profondità storica a partire da Descartes fino ai giorni nostri o filtrati attraverso la speculazione analitica contemporanea.

Desideriamo esprimere la nostra gratitudine alla professoressa Beatrice Centi per il supporto e i consigli in fase di ideazione e organizzazione, al professor Ferruccio Andolfi per aver per-messo la pubblicazione di questa raccolta, ad Andrea Marchese per le immagini, ad Anna Maria Ricucci e Corrado Piroddi per il loro lavoro tanto oscuro quanto prezioso, e infine alle Redazioni delle riviste La società degli individui e Quaderni della Ginestra. Ci sembra doveroso indirizzare un ringraziamento parti-colare ai Relatori, a cui dedichiamo questa raccolta.

I Curatori

GIACOMO MIRANDA

TIMOTHY TAMBASSI



LE PREMESSE DEL DISCORSO SULLA SOGGETTIVITÀ NELL’ETÀ MODERNA: IL DIBATTITO CARTESIANO

Il discorso moderno e contemporaneo sulla soggettività prende le mosse dall’opera di René Descartes (1596-1650), universalmente considerato l’iniziatore della filosofia moderna. Improntata ad un severo meccanicismo, la filosofia di Descartes nasce come un tentativo di sostituzione della fisica aristotelica nel curriculum universitario dell’epoca. La fisica, secondo l’ordine degli studi delle università a cavallo fra ‘500 e ‘600, costituito dalle discipline filosofiche e letterarie del trivio e del quadrivio, e da quelle superiori di medicina, diritto e teologia, doveva servire quale premessa per una teoria dell’uomo e dell’essere – trattata seguendo il De anima e la Metaphysica di Aristotele – volta a fornire agli studi superiori strumenti concettuali adeguati ai loro fini.

di ANDREA STRAZZONI

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LA RICEZIONE DEL DUALISMO CARTESIANO NEL CONTESTO FRANCESE: PIERRE SYLVAIN RÉGIS

La critica recente ha sottoposto a revisione il problema del dualismo cartesiano, ponendo l’accento sull’unità dell’essere umano: nel quadro complessivo della riflessione del filosofo l’uomo non è identificato con la pura mente, bensì con il composto di sostanza pensante e sostanza estesa; il maggiore interesse di questa rilettura riguarda le implicazioni a livello epistemologico. Si tratta di problematiche che trovano ampi riscontri anche nel dibattito seguito alla prima diffusione del pensiero cartesiano, quando, al contrario, si afferma una interpretazione della filosofia cartesiana nei termini di un dualismo radicale. All’interno della tradizione cartesiana, il problema del rapporto tra anima e corpo rappresenta uno dei punti nodali, sulla scorta dell’ereditata partizione cartesiana tra res cogitans e res extensa.

di NAUSICAA ELENA MILANI

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MODELLI DI CAUSALITÀ A CONFRONTO: RUARDUS ANDALA E LA CRITICA AI FALSI CARTESIANI

Nel delineare sinteticamente le direttrici in cui ebbe sviluppo il dibattito sulla causalità in età moderna, Steven Nadler fa riferimento a tre correnti principali: 1. l’indagine puramente fisica, incentrata sull’osservazione empirica delle modificazioni cui soggiacciono i corpi; 2. la disamina delle relazioni tra mente e corpo, volta ad appurare se tra atti immateriali della mens e stati fisici vi sia un rapporto di causazione reciproca, o se, al contrario, mentale e corporeo risultino ambiti non comunicanti; 3. lo studio della sola mente, circoscritto ai nessi causali tra quest’ultima e i pensieri. Ai fini di un discorso sulla soggettività, il punto 2. si rivela di particolare interesse, perché ad esso è sottesa la questione se l’uomo sia un composto di due sostanze – secondo la terminologia cartesiana – ontologicamente separate ma funzionalmente comunicanti, oppure se nemmeno tale commercio sul piano delle operazioni, in realtà, sussista.

di GIACOMO MIRANDA

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PSICOLOGIA E PSICOLOGISMI. IL RUOLO DELLA PSICOLOGIA NELLA RIFLESSIONE FILOSOFICA DI ALEXIUS MEINONGÈ noto come le ricerche teoretico-oggettuali di Alexius Meinong prendano l’avvio da antecedenti ricerche di psicologia descrittiva, ai cui sviluppi Meinong continuerà comunque a dedicarsi anche dopo l’elaborazione della teoria dell’oggetto. Indagando i rapporti tra psicologia e teoria dell’oggetto si cercherà di chiarire il senso del termine ‘psicologismo’, arrivando a individuarne un’accezione positiva. Dopo una rapida incursione nel dibattito analitico contemporaneo, si sosterrà che ammettere la rilevanza filosofica dei risultati ottenuti dalle ricerche psicologiche non implica l’assunzione di posizioni ‘psicologistiche’ in senso deteriore.

di CRISTINA TRAVANINI

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INTERSOGGETTIVITÀ ED ESSERE-CON: NANCY EREDE DI HUSSERL?

Scopo dell’intervento è l’analisi della possibilità del solipsismo nella fenomenologia husserliana dal particolare punto di vista delle critiche mosse a Husserl da Jean-Luc Nancy in Essere singolare plurale, testo in cui il filosofo francese sviluppa una concezione ontologico-politica fondata sull’idea dell’essere come originario essere-con, simultaneamente singolare e plurale. In Essere singolare plurale, Nancy propone esplicitamente la filosofia dell’essere singolare plurale come nuova fondazione della filosofia prima, nella quale la riflessione ontologica dovrebbe finalmente trasformarsi da meditazione sull’uno sferico e in sé omogeneo parmenideo a riflessione sull’essere-con, in quanto «l’essere può essere soltanto essendo-gli-uni-con-gli-altri, circolando nel con e come con di questa co-esistenza singolarmente plurale»

di DANIELA BANDIERA


UN DÉTOURNEMENT PER INDAGARE IL SOGGETTO E L’INDIVIDUO: NIETZSCHE IN AMERICA

In questo contributo vorrei proporre alcuni spunti di riflessione rintracciati nella peculiare interazione tra il pensiero di Nietzsche e il mondo filosofico nordamericano degli ultimi sessant’anni, mondo legato a una cultura differente  e per vari tratti più eterogenea di quella europea. Alcuni studiosi americani analizzano la critica al soggetto di Nietzsche giungendo ad attribuire all’individuo una natura non solo frammentata ma anche linguistica, olistica e intersoggettiva. Da loro si può anche mutuare un invito all’analisi di alcune questioni aperte o ambiguità del pensiero del filosofo tedesco. Richard Rorty e alcuni filosofi della mente offrono infine interessanti sviluppi della sua posizione riguardo al soggetto e all’individuo.

di ANTONIO FREDDI

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IL SOGGETTO DA UN PUNTO DI VISTA ONTOLOGICO. E. J. LOWE E IL DUALISMO DELLE SOSTANZE NON CARTESIANO

Obiettivo di queste pagine è analizzare le tesi di E.J. Lowe relative al rapporto mente-corpo, la sua posizione dualista, e le ricadute di queste tesi sull’ontologia della persona. Nel primo paragrafo intendo mostrare le varie tipologie di dualismo (mente-corpo) presenti nel dibattito analitico contemporaneo, nel secondo la posizione dualista di Lowe, da lui stesso definita dualismo delle sostanze non cartesiano, nel terzo le implicazioni di questa posizione sullo statuto ontologico della persona, e infine nel quarto le differenze e i vantaggi della posizione di Lowe rispetto al dualismo cartesiano, così come è stato recepito dalla filosofia analitica contemporanea.

di TIMOTHY TAMBASSI

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