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Didattica

Quaderni della ginestra                                         n° 21, anno 2017/2

LA MIA REALTÀ: TRA L’IO E IL MONDO

Scegliamo una scena dalla nostra mente, non importa se un ricordo o fresca di immaginazione (anche se il divario tra i due forse non è poi così ampio). Non importa sia la passeggiata nel bosco della settimana scorsa o degli strani esseri di un’altra galassia: quell’immagine ci appare nell’immediato ben chiara e definita, ma, se proviamo a metterla a fuoco, vediamo che non pochi sono i dettagli che ci sfuggono. E quando siamo concentrati su un particolare dell’immagine, inevitabilmente perdiamo le altre parti della scena. Perché la scena che prima era così chiara ora non lo è più? Chi può stabilire, se non noi, com’è ciò che sperimentiamo? Possiamo ingannare noi stessi?

di FILIPPO CHIAPPARI

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Quaderni della ginestra                                          n° 16, anno 2015/3

RIFLESSIONI SULLA TRADUZIONE DELLA FEDRA DI SENECA

La programmazione di latino di una classe quinta di liceo scientifico prevede la trattazione di Seneca e delle sue opere. Particolarmente interessante, da un punto di vista letterario, diventa l’occasione di affrontare la lettura di tragedie latine, di cui restano nell’ambito più ampio della storia della letteratura latina relativamente poche altre attestazioni, risalenti perlopiù al periodo arcaico. Tuttavia, non è ininfluente l’attinenza filosofica di formazione e altra produzione dell’autore in questione, senza trascurare naturalmente il contesto storico-politico sotteso. Il valore didattico costituito dallo studio di un testo teatrale senecano si fonda perciò su diversi aspetti. Intanto, in un’ampia prospettiva culturale, è momento di passaggio tra la tragedia greca e il teatro tragico moderno da Shakespeare in poi.

di SABRINA BONATI

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Quaderni della ginestra                                          n° 14, anno 2015/1

IL POTERE DELLA PAROLA

Ho cominciato a insegnare Filosofia nei Licei nel lontano 1993, quindi sono oramai più di 20 anni che lavoro per i ragazzi e con i ragazzi. Negli anni le generazioni che si sono avvicendate hanno presentato bisogni educativi e didattici differenziati. Ci sono state ondate di studenti che si approcciavano allo studio in maniera enciclopedica: in alcuni casi si giungeva a eccellenti livelli di analiticità e approfondimento. Anche le abilità espressive erano molto curate e specifiche, quasi tecniche. Forse però quegli stessi studenti mancavano in aderenza alla realtà e capacità di attualizzare il loro sapere, a volte troppo libresco. I ragazzi di oggi non sono in questa situazione, al contrario sono dispersi nel mondo globalizzato e la scuola, fortemente cambiata da quegli anni, chiede loro di estendere le proprie competenze a 360°.

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Quaderni della ginestra                                          n° 11, anno 2014/1

ÉTIENNE-GABRIEL MORELLY: IL «CODICE DELLA NATURA»

La sceneggiatura teatrale qui proposta è stata realizzata e messa in scena il 28 aprile del 2014, presso il cinema Astra, dalla classe II A del liceo classico “Maria Luigia”,  in occasione dell’iniziativa Individuo e comunità promossa dall’associazione La Ginestra, con il patrocinio della Società Filosofica Italiana. Il progetto si pone in continuità col ciclo di attività che l’anno precedente, sempre in concomitanza con le celebrazioni della Festa della Liberazione, aveva visto coinvolte diverse classi dei licei parmigiani nello studio di numerosi testi classici della filosofia politica moderna e contemporanea.

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Quaderni della ginestra                                         n° 10, anno 2013/3

ISAIAH BERLIN: DUE CONCETTI DI LIBERTÁ

Nei mesi scorsi l’associazione La ginestra ha promosso con il sostegno della Fondazione Cariparma e dell’assessorato alla cultura del Comune, una ricerca su “libertà ed uguaglianza”, che ha coinvolto dieci classi di tutti i licei di Parma e i relativi insegnanti di filosofia. Dapprima sono stati identificati una serie di classici della filosofia politica giudicati rilevanti. Le classi hanno lavorato a lungo sulle opere scelte e poi presentato i risultati al cinema Astra, nelle mattine del 18 e 19 aprile, alla presenza di centinaia di studenti e di due esperti, Gianfranco Ragona e Franco Sbarberi dell’Università di Torino. L’iniziativa è stata inclusa tra le celebrazioni del 25 aprile.

Una quinta del liceo Ulivi, attraverso brevi e ordinati interventi di tutti i 28 studenti, ha ricreato l’atmosfera di paura sottesa al Leviatano di Hobbes; un’altra classe dello stesso liceo ha affrontato la questione, posta da Spinoza, di come la libertà possa convivere con la determinazione delle azioni. In questo panorama storico il liceo delle scienze umane si è inserito con una ricerca su Rousseau, una delle fonti della democrazia moderna.

di EMANUELA GIUFFREDI

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Quaderni della ginestra                                         n° 7, anno 2012/3

DALLA RELAZIONE FRA SOGGETTI ALL’INTERSOGGETTIVITA’: UN PERCORSO DIDATTICO

Gli argomenti didatticamente più efficaci sono quelli che sollecitano negli studenti l’interesse culturale e li stimolano allo stesso tempo a riflettere sulla propria esperienza, contribuendo in tal modo alla loro formazione. L’intersoggettività è certamente uno di quelli che meglio risponde a questi obiettivi. Nondimeno risulta difficile trattarlo in modo incisivo, anche perché viene  tematizzato espressamente solo a partire dal Novecento, e in particolare con Husserl,  pensatore  che solitamente si affronta verso la fine dell’ultimo anno di studio della filosofia. Ma la difficoltà è soprattutto teoretica e riguarda le grandi svolte del pensiero, di cui gli studenti devono diventare  consapevoli per assumere punti di riferimento particolarmente significativi: in primo luogo essi dovranno riflettere sulla svolta più importante, vale a dire il passaggio dalla concezione di tipo “egologico” dell’ontologia moderna, per usare un’espressione di Levinas, che tende a ricondurre l’esperienza della realtà e dunque anche degli altri soggetti alla coscienza dell’Io – esemplificata in modo emblematico dal Cogito cartesiano -,  ad una concezione che riconosce il carattere originario e costitutivo della relazione con l’altro.

di MARINA SAVI

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Quaderni della ginestra                                         n° 6, anno 2012/2

LA DIDATTICA ERMENEUTICA

Fino agli anni ’60 la Pedagogia si è connotata come una pratica formativa che identificava l’insegnamento nella trasmissione dei saperi e limitava il concetto di educazione all’allineamento delle coscienze alle direttive governative. Mancava ancora in quel periodo la definizione in termini scientifici del concetto di educazione che avrebbe in seguito permesso di costruire con rigore logico un ideale educativo assoluto a cui la scuola e l’azione didattica avrebbero potuto guardare, pur nelle variabili culturali ed esperienziali del momento. Tale passaggio si è concretizzato nella seconda metà del Novecento nel pieno boom della riforma culturale. La Pedagogia, facendo così dell’educazione il proprio oggetto di indagine, si è trasformata da pratica didattica in Scienza. Da allora è possibile definire in modo teoretico l’educazione come un processo razionale, e quindi intenzionale, avente come unico scopo lo sviluppo delle strategie concettuali dell’individuo, indipendentemente dalle sue connotazioni sociali, politiche e culturali, in vista dello sviluppo della capacità critica autonoma. L’ideale educativo elaborato dalla Scienza dell’educazione ha investito necessariamente anche la scuola, l’entità che trova la sua esclusiva ragion d’essere nell’educazione. Il modello ideale di scuola si è caratterizzato come realtà autonoma, laica, capillare, pubblica, sistemica e soprattutto svincolata da un contesto che la possa asservire a una finalità esterna al principio che le è proprio, vale a dire il perseguimento dell’oggetto “educazione”.

di CARMEN VACCARELLA

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Quaderni della ginestra                                         n° 5, anno 2012/1

ESSERCI O ESISTERE? PERCHE’ STUDIARE FILOSOFIA

Partiamo da una questione di orientamento. Non molto diversamente dall’uomo del racconto Le strade della vita, che Karen Blixen narra nel suo libro di memorie La mia Africa, vi trovate voi quando iniziate a studiare la filosofia: non siete in grado di vedere il disegno a cui state lavorando mentre ci siete dentro. Il disegno che mi auguro possa apparirvi alla fine dei vostri studi potrebbe essere il seguente. Le conquiste di civiltà di cui godiamo oggi, pur con tutti i loro limiti e imperfezioni, sono costate secoli di lotte, anche durissime, per affermare contro ogni forma di oscurantismo idee filosofiche fondamentali: libertà, diritto, tolleranza, rispetto, responsabilità, dialogo. Attraverso la storia della filosofia occidentale, lunga 2500 anni, si può cogliere la grande avventura di questa tradizione di pensiero per promuovere una evoluzione culturale degli esseri umani, un progetto di umanizzazione, direbbe Enzo Bianchi. E se noi oggi siamo in grado di pensare in un certo modo e di esigere per tutti il rispetto di determinati diritti, è perché siamo eredi di questa grande tradizione.

di ALBERTO MESCHIARI

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Quaderni della ginestra                                         n° 4, anno 2011/3
L’ATTUALITA’ DELLA FILOSOFIA: UN’ESPERIENZA DIDATTICA

Insegnando filosofia nelle scuole si ha sovente la percezione – non di rado esplicitata dagli studenti – che questa materia sia considerata come distante dalla realtà, un qualcosa di lontano e di oramai superato. Ciò avviene già dal primo ‘approccio filosofico’, quando la trattazione di Parmenide o di Platone sull’epistemologia rende gli studenti notevolmente scettici e sempre più convinti di stare studiando qualcosa di superato. Compito dell’insegnante è anche mostrar loro che la filosofia non è ‘morta’, ma è bensì una sorta di base su cui si sono edificate le scienze esatte e le altre scienze umane, o meglio, per dirla con Descartes, la metafisica rappresenta le radici di un albero, il cui tronco è la fisica e i rami le altre scienze.

di MARA FORNARI

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Quaderni della ginestra                                         n° 3, anno 2011/2
ECCE MUSICA!

«La musica sia materia obbligatoria per tutti». Lo scorso settembre il maestro Riccardo Muti si era espresso in modo chiaro e incisivo nell’evidenziare quanto, in ogni Liceo, fosse auspicabile la presenza di un insegnante che avvicinasse i giovani al mondo della musica. Alla realizzazione di un progetto funzionale a questo obiettivo si è dedicata la VG del Liceo Scientifico Ulivi di Parma, classe in cui il professore di storia e filosofia, Gabriele Trivelloni, ha intrapreso un’interessante e innovativa esperienza didattica, utilizzando concetti e tematiche prettamente filosofiche come linee guida per l’ascolto di opere e brani musicali.

di FRANCESCO GALLINA

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Quaderni della ginestra                                         n° 2, anno 2011/1
EDUCARE A PENSARE

La costruzione della conoscenza si configura, in ogni persona, come la costruzione della propria identità, del senso generale della propria esistenza, capace di dare significato alle azioni individuali. Questo processo avviene attraverso l’acquisizione di abilità simboliche che maturano attraverso attività cognitive proprie di ogni individuo all’interno di una comunità. Costruire la conoscenza, quindi, vuol dire costruire il mondo intorno a noi, interpretarlo e organizzarlo, dando alla realtà, agli oggetti, ai fatti significati personali da condividere con gli altri.

di TERESA PACIARIELLO

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IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE. VECCHI E NUOVI MEDIA

E’ ormai condivisa la convinzione che la scuola debba favorire anche l’educazione alla lettura dei media audiovisivi, la cui fruizione è talmente radicata nella cultura odierna e nella vita dei ragazzi da non poter essere trascurata in un curricolo che voglia essere formativo. In questa prospettiva intendo presentare un’esperienza didattica che ha coinvolto due classi quarte della sezione B e D del liceo scientifico Giacomo Ulivi di Parma. Sotto la guida rispettivamente dell’insegnante di filosofia e storia e di quella di lettere, hanno svolto un progetto intitolato Il favoloso mondo di Amélie. Vecchi e nuovi media, che li ha impegnati per più di un anno scolastico (dal 2009/2010), fino all’autunno della classe quinta, nell’analisi dei linguaggi audiovisivi.

di MARINA SAVI