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Speciale: Filosofia e collettività

 

Quaderni della ginestra                                                                n° 22, anno 2017/3

INTRODUZIONE

Nel nostro linguaggio quotidiano il termine “collettività” è impiegato in riferimento a una ricca varietà di contesti accumunati dal fatto di coinvolgere due o più individui insieme. Parliamo, infatti, di collettività intese come comunità religiose e culturali, di gruppi organizzati e associazioni, di pluralità unite da valori o scopi condivisi, di società intere. Indipendentemente dalle caratteristiche specifiche proprie di ogni situazione concreta, l’idea di collettività viene generalmente associata, in modo intuitivo, a gruppi di persone legate insieme da una storia vissuta, da un linguaggio, da un valore etico, da un interesse, da un obiettivo contingente. Rispecchiando la medesima ricchezza semantica, anche nel lessico filosofico il termine “collettività” può essere impiegato per individuare un gruppo politico, una minoranza religiosa o un ‘noi’ fenomenologico. Ognuna di queste accezioni, pur differenziandosi dalle altre per definizione e traduzione pratica, è volta a indicare un contesto sociale, nel quale due o più esseri umani siano considerati in rapporto l’uno all’altro, come parti di un tutto dotato di caratteristiche proprie, se non anche di identità “collettiva”.

Alla luce di ciò, questo numero speciale dei Quaderni della Ginestra ospita contributi ispirati a prospettive filosofiche distinte che, partendo da interessi eterogenei, consentono di approfondire e arricchire l’ampia questione della collettività, del vivere e dell’agire insieme, nella condivisione di valori, sentimenti e progetti comuni. L’obiettivo del volume è quello di offrire un’occasione di confronto e dialogo intorno al tema della collettività, valorizzandone tanto la ricchezza semantica quanto la trasversalità del concetto in filosofia. Tale progetto editoriale nasce da un workshop su “Filosofia e Collettività: Prospettive a Confronto”, tenutosi presso l’Università di Parma in data 15 novembre 2017 e organizzato da dott.ssa Valeria Bizzari, dott.ssa Giulia Lasagni e dott. Timothy Tambassi, curatori del presente numero speciale. In particolare, gli interventi selezionati per il workshop si sono impegnati a esplorare diversi dibattiti filosofici contemporanei, al fine di mettere a fuoco la nozione di collettività adottata nelle tradizioni e nelle riflessioni degli autori di volta in volta considerati.

Questi interventi, insieme agli articoli di alcuni giovani ricercatori internazionali, sono raccolti in questo volume e offrono un’interessante panoramica sul tema della collettività tra filosofia politico-sociale, teoria critica, ontologia sociale e fenomenologia. Tra i temi trattati:

  1. Filosofia politico-sociale e teoria critica: questioni di appartenenza/esclusione, riflessioni su riconoscimento/integrazione delle minoranze, prospettive per un’etica/morale collettiva, il tema del pluralismo nelle società contemporanee multiculturali;
  2. Ontologia ed epistemologia sociale: analisi di concetti quali quello di gruppo agente, intenzionalità, azioni e credenze collettive, responsabilità di gruppo, sistemi agente e mente estesa;
  3. Fenomenologia e interdisciplinarietà: la prospettiva fenomenologica sull’intenzionalità collettiva, il rapporto individuo-collettività, l’analisi fenomenologica di quelle psicopatologie che implicano un distacco dal consorzio intersoggettivo, gli aspetti affettivi e corporei della dimensione sociale.

Uno speciale ringraziamento va al dipartimento DUSIC dell’Università di Parma, all’associazione La Ginestra e alla rivista La Società degli Individui per aver patrocinato l’iniziativa. Si ringraziano anche i professori Beatrice Centi, Ferruccio Andolfi, Mara Meletti e Italo Testa per il supporto, studenti e dottorandi per la partecipazione al workshop. Un particolare grazie va infine a Corrado Piroddi per l’impaginazione.

I Curatori

VALERIA BIZZARI (Università di Heidelberg)

GIULIA LASAGNI (Università di Parma)

TIMOTHY TAMBASSI (ICUB, Università di Bucarest)



PIERRE BOURDIEU: HABITUS COLLETTIVO E RICONOSCIMENTO SOCIALE
Lo scopo delle seguenti pagine è discutere e reinterpretare la nozione di habitus, introdotta dal sociologo francese Pierre Bourdieu per illustrare le condizioni preriflessive a monte delle azioni sociali degli esseri umani. A questo proposito, il mio contributo mira a trattare alcune specifiche questioni filosofiche e teoriche: cosa è un habitus? Perché è importante considerarlo quando affrontiamo il problema dell’origine delle azioni sociali collettive e delle condizioni di esistenza degli agenti collettivi? È possibile superare i suoi limiti concettuali? In quale modo?

di CORRADO PIRODDI

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‘RECIPROCAMENTE RICONOSCENTESI’. UN ARGOMENTO IDENTITARIO PER IL MULTICULTURALISMO

Ogni società del mondo contemporaneo è una società plurale: questo è ormai un dato di fatto non ignorabile né reversibile, e il tentativo di metterlo in discussione, oltre che anacronistico, non può che rivelarsi fallimentare. Più utile è invece analizzare come la condivisione di uno stesso scenario sociale e politico da parte di diversi gruppi etnici e culturali prenda forma in un determinato contesto, in particolare se da tale analisi può emergere una riflessione su come sia opportuno che la collettività cerchi di darle forma in futuro.

di MARTA BONIARDI

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UNITI DA UN SENSO COMUNE? IL SENSUS COMMUNIS E LA COLLETTIVITÀ
Nella filosofia politica contemporanea la riflessione di Hans-Georg Gadamer sul senso comune presenta molte assonanze e similitudini con quella di Hannah Arendt. Come sottolineava Bernstein, Gadamer e Arendt – accumunati anche dall’essere stati allievi di Heidegger – si occupano principalmente del tema del dialogo politico, della questione del giudizio e della pluralità, ovvero gli unici antidoti in grado di contrastare la deriva contemporanea nel mondo della politica, ormai caratterizzato esclusivamente dalla burocrazia e dalla tecnocrazia. Per comprendere cosa sia il senso comune e come questo ci leghi ad una comunità, ripercorreremo i passaggi principali della loro visione filosofica su questo specifico tema.

di SILVIA FERRARI & VERBENA GIAMBASTIANI

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QUALE COLLETTIVITÀ? RISPOSTE DALL’ONTOLOGIA SOCIALE

Le prossime pagine indagano la nozione di collettività nell’ambito dell’Ontologia sociale contemporanea. In particolare, l’articolo presenta due gruppi di teorie diffuse nel dibattito: le prime intendono la dimensione collettiva come un aspetto del mentale, mentre le seconde impiegano tale nozione in riferimento a fenomeni del mondo esterno. L’obiettivo è mostrare come entrambe le prospettive riconducano il significato di collettività a un tratto della psicologia individuale, a una rappresentazione mentale o a un modo di pensare l’essere e l’agire insieme. In altre parole, la tesi qui sostenuta è che la concezione (soggettivistica) di collettività sia alla base di altre definizioni della nozione, inclini a collocare la dimensione collettiva fuori dalla mente degli individui e come parte integrante (oggettiva) della realtà sociale.

di GIULIA LASAGNI

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REALTÀ DELLA PERSONA COLLETTIVA. UNA PROPOSTA CONCETTUALE

Il tema del presente contributo è lo statuto ontologico della persona collettiva, il quale ha acquisito grande rilevanza nel dibattito contemporaneo, in particolar modo nell’ambito dell’ontologia sociale analitica. Tuttavia, un’analisi sistematica dello statuto ontologico delle persone collettive trova la sua primissima espressione nello studio di un giurista e storico del diritto, Otto Friedrich von Gierke (Stettino, 1841 – Berlino, 1921), pioniere di un’indagine storico-filosofica sulle “unioni umane” [menschliche Verbände] (“persone collettive” [Gesamtpersonen], “comunità organizzate” [organisierte Gemeinschaften]), argomento al quale egli dedica una breve ma brillante prolusione, intitolata La natura delle unioni umane, presso la Königliche Friedrich-Wilhelms Universität di Berlino

di ELISA CACOPARDI

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A (NAIVE) VIEW OF CONSPIRACY AS COLLECTIVE ACTION

Whether or not you think we live in some “Golden Age” of conspiracy theory or conspiracy theorising, talk of conspiracy theory and conspiracy theory theory (the academic study of these things called “conspiracy theories”) seems timely. From talk of fake news and the White House to misinformation being deliberately spread about the U.K.’s exit from the European Union, talk of conspiracy infuses a lot of contemporary political discourse. Conspiracy theories are a form of explanation, where the conspiracy theorist seeks to explain the occurrence of some event with reference to some conspiracy.

di M.R.X. DENTITH

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INTELLIGENZA DI GRUPPO E SISTEMI MULTI-AGENTE
L’applicazione di una cornice teorica collettivistica all’ontologia sociale implica un cambiamento di paradigma nella teoria dell’azione: in un sistema multi-agente, ogni individuo porta a termine azioni delimitate e contestuali in relazione agli stimoli ambientali continuamente modificati dagli altri agenti del gruppo; le regole e le strutture che compongono l’ontologia sociale ‘emergono’, dunque, da una continua ‘manipolazione semiotica’ dell’ ‘ambiente di lavoro’ in cui i membri di una comunità agiscono. In questo senso, una comunità si auto-struttura e agisce come una ‘mente’ collettiva.

di FRANCESCO CONSIGLIO

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INTERSOGGETTIVITÀ E  DELIRIO: HUSSERL E BINSWANGER
Scopo di queste pagine sarà indagare come la concezione husserliana dell’empatia abbia influenzato gli studi di Ludwig Binswanger sul delirio, così come vengono esposti dallo psichiatra in Melanconia e mania e in Delirio. Antropoanalisi e fenomenologia; si partirà quindi da una breve esposizione del problema dell’empatia e della follia in Husserl, per poi passare ad analizzare alcuni punti salienti dell’analisi binswangeriana.

di DANIELA BANDIERA

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SHARED EMOTIONS AND COLLECTIVE AFFECTIVE INTENTIONALITY
The aim of this paper is to present an account of shared emotions and to embed it within a broader understanding of collective affective intentionality. I use the phrase collective affective intentionality as an umbrella term covering all possible forms of feeling together. The term shared emotion, in contrast, is used to refer to a particular type of episode of feeling together – episodes that are defined by the sharing of emotions, in contrast to other forms of feeling together.

di GERHARD THONHAUSER

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BODILY MEMORY AND JOINT ACTION IN IN MUSIC PRACTICE AND THERAPY
This paper will analyze the role of intercorporeality and bodily memory in music therapy. Our starting intuition is that the disruption of this experiential bodily features play a key role in the development of mental disorders. Furthermore, we want to consider what kind of interaction occurs between collective intentionality, intercorporeality and bodily memory in such disorders. The paper is organized as follows: the first part explains the theoretical framework of our research project; while the second part describes the methodological aspects of our future empirical research.

di VALERIA BIZZARI & CARLO GUARESCHI

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