Quaderni della ginestra n° 18, anno 2016/2 |
INTRODUZIONE Diciotto anni di attività de La società degli individui e cinque dei Quaderni della Ginestra hanno permesso di riunire gli sforzi intellettuali di diversi collaboratori accomunati dalla prospettiva di una ricerca che, pur nelle sue diverse sfaccettature, si può riassumere nel macro-tema “Individualismo e Comunità”. La vastità di tale proposta non si esaurisce ovviamente a questo. Da un lato, infatti, le riviste hanno saputo sviscerare argomenti di dibattito che hanno esulato da tali tematiche, pur mantenendole come orizzonte concettuale. Dall’altro, i singoli collaboratori sono riusciti a far convergere le proprie ricerche in una prospettiva di dialogo reciproco, arricchita dell’eterogeneità delle rispettive specializzazioni. Proprio tale eterogeneità costituisce il filo rosso del nuovo numero dei Quaderni della Ginestra, il cui obiettivo è riunire alcuni collaboratori delle riviste per presentare, in uno spazio ridotto, gli sviluppi più recenti delle loro ricerche, al fine di darne uno sguardo retrospettivo mescolandole con le proprie esperienze di vita, o di ripensare, in generale, la filosofia come disciplina. Filo conduttore che unisce le varie riflessioni è infatti il ripensamento del ruolo della filosofia nel dibattito contemporaneo, sia nella sua valenza morale-trascendentale, sia nella sua utilità pratica e interdisciplinare. L’invito che porgiamo al lettore è riscoprire il ruolo della riflessione e ad adottare quell’attitudine alla meraviglia che troppo spesso sembra andata persa. Un ringraziamento speciale va a Ferruccio Andolfi e Corrado Piroddi, il cui lavoro ha reso queste pagine migliori di quanto sarebbero state altrimenti. I Curatori VALERIA BIZZARI TIMOTHY TAMBASSI
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CHE COSA POSSIAMO CHIEDERE ALLA FILOSOFIA |
Qualche anno fa Carlo Sini si è così espresso sul sapere e sulla condizione “privilegiata” del filosofo: «Ecco noi filosofi abbiamo questo vantaggio rispetto ai nostri colleghi [di altre discipline]: loro devono fare finta di sapere qualcosa, mentre noi possiamo dire di non sapere niente». Poco sotto Sini chiarisce meglio le proprie convinzioni e riconosce che al sapere, quand’anche problematico, non si può rinunciare. di ALBERTO SICLARI
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L’ETICA DEL REINCANTO |
Rispetto agli anni Sessanta e Settanta, in cui i grandi ideali sociali e politici nutrivano e stimolavano l’impegno personale e il fare insieme, a partire dagli anni Ottanta ho avvertito crescere intorno a me il disagio e lo smarrimento a mano a mano che il mercato prendeva il sopravvento sulla politica ‒ determinando sempre più pesantemente i valori di riferimento e gli stili di vita ‒ e la politica si trasformava in “assalto alle poltrone”, tradendo quell’afflato etico che l’aveva caratterizzata nella precedente stagione. Quei due processi concomitanti hanno portato allo sgretolamento non solo della compagine sociale ma anche dell’identità personale, finché la vita di ciascuno si è trovata sempre più disseminata in un pulviscolo di comportamenti privi di motivi aggreganti, di forti ragioni di coesione.
di ALBERTO MESCHIARI
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UNA RICERCA RETROSPETTIVA |
Ho sempre pensato, o forse sperato, fin da bambino, che il tempo dell’apprendimento non cessasse mai, e i vecchi fossero capaci di un continuo rinnovamento. Ora però che la vecchiaia incalza non ne sono più altrettanto sicuro. La vivacità mentale si appanna, lo vedo tra i miei coetanei, e perché dovrei pensare di avere un destino diverso? Certe imprese intellettuali che una volta avrei affrontato coraggiosamente ora mi appaiono impossibili con le risorse di cui dispongo, e per certi versi vane. di FERRUCCIO ANDOLFI
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I HAD A DREAM: LA RICERCA E I SUOI RAGIONEVOLI ECCESSI |
Per uno studioso attraversare la soglia dei cinquant’anni significa mediamente avere trascorso più di metà della propria vita svolgendo attività di ricerca. Ha un senso perciò guardarsi alle spalle e fare il punto della situazione. Non è un compito indolore. Molto è cambiato da quando ho mosso i miei primi passi nel mondo non sempre accogliente della filosofia italiana. Sono cambiato io, ovviamente, ma è mutato (e di molto) anche il contesto. di PAOLO COSTA
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LO STORICO DELLA FILOSOFIA COME PROFESSIONE |
Quanti sono i filosofi o gli storici della filosofia di professione? Eric Schliesser, un “filosofo di professione” dell’Università di Amsterdam e un brillante blogger, in un suo articolo ha azzardato che filosofi e storici della filosofia di professione potrebbero essere circa 40.000 nel mondo (in Italia, secondo i dati del Miur, sarebbero circa un migliaio). di MAURO SIMONAZZI
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DOCENDO DOCETUR |
Sono da alcuni, pochi, anni, docente a tempo indeterminato di Italiano e Storia alle superiori, e posso aggiungere questo mio nuovo ruolo sociale agli ‘interessi di ricerca’ ai quali dedicare tempo ed energie: non solo e non tanto il ruolo in sé, quanto ciò che esso significa per me, ciò che potrebbe (se ancora lo può) significare per gli studenti attuali. La prospettiva della breve nota che segue è, dunque, quasi-diaristica e progettuale insieme. di DONATELLA GORRETA
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IL MARE È UN CONCETTO |
Se è vero che la filosofia nasce dalla meraviglia, allora io ho iniziato a riflettere da ben poco tempo. O meglio: sono sempre stata affascinata dall’infinita varietà di sfumature che governano l’animo umano, forse troppo. Irrimediabilmente votata -o condannata- a meditazioni interminabili, ho fatto della speculazione la mia attività principale, il mio rifugio, il mio modo di essere e, perché no, anche di “agire”.Ma la meraviglia, quella vera, quella che ti fa stupire e anche star male, che fa crollare ogni certezza innescando nuove prospettive e intuizioni, ecco, quella credo di averla provata per la prima volta soltanto qualche mese fa. di VALERIA BIZZARI
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ESISTENZA E LIBERTÀ. UNA RAPIDA INCURSIONE NEL PENSIERO DI ROBERT SPAEMANN |
Il primo incontro con la filosofia di Robert Spaemann risale al 2009 quando ricevetti l’invito da parte del prof. Leonardo Allodi, docente di Sociologia dei processi culturali e delle culture politiche presso l’Università di Bologna (sede di Forlì), a prendere in considerazione il progetto di una traduzione dal tedesco “a quattro mani” di un volume intitolato Die Frage Wozu? (Piper, München 1985). Le intenzioni dell’autore trovavano già un’eloquente esplicitazione nel sottotitolo, “storia e riscoperta del pensiero teleologico”, rimasto immutato nella riedizione del 2005 a cura di Klett-Cotta nonostante la modifica del titolo precedente in Natürliche Ziele. di GIACOMO MIRANDA
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FILOSOFIE DELLA LIBERTÀ |
Il dibattito intorno al libero arbitrio ha origini lontane e ha assunto forme molteplici nella storia della filosofia, essendo diverse le componenti teoriche la cui ammissione, nel corso di questa storia, ha sembrato contraddire la possibilità della libertà umana, rendendo necessaria una sua giustificazione razionale. Per citare un esempio noto, ci basti rammentare la controversia esplosa nella prima metà del Cinquecento fra Erasmo da Rotterdam e Lutero, il primo mirante a difendere l’autodeterminazione umana conformemente ai principi cardine dell’Umanesimo, il secondo interessato invece alla nozione di grazia e al valore della salvezza divina, che sola può garantire all’uomo l’emancipazione dal vincolo insuperabile del peccato originale. di SIMONA BERTOLINI
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AMORE E RIVOLUZIONE. RIFLESSIONI ISPIRATE AL FEMMINISMO BLACK |
La protagonista di Americanah, un romanzo di Chimanda Ngozi Adichie pubblicato nel 2013, si chiama Ifemelu e è una studentessa nigeriana espatriata negli Stati Uniti poco prima del famigerato 11 settembre. Il suo intento è quello di poter imparare e fare esperienze in un paese all’apparenza più libero e aperto della sua terra amata, ma tormentata in quegli anni da una dittatura militare. Il sogno americano si trasforma però presto in un incubo di razzismo onnipresente, che striscia in ogni fessura del quotidiano: dalla difficoltà di trovare un’estetista disposta a sistemarle quelle che lei considera sopracciglia “afro”, alla sistematica discriminazione sul mercato del lavoro, che la schiaccia in un abisso di umiliazione e disperazione da cui solo una faticata solidarietà femminile riuscirà a farla riemergere. di FEDERICA GREGORATTO
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UNO SCHIZZO DI TEORIA POLITICA DELLE EMOZIONI |
L’indirizzo teorico impresso dalla emotional turn va ormai affermandosi con sempre maggior decisione anche negli studi filosofici, sociologici e storici: si pensi alle profonde interrelazioni, scandagliate dalla filosofia pratica, tra stati emotivi e sentimenti individuali da una parte, e modelli e pratiche di elaborazione cognitiva e giustificazione di principi morali dall’altra; oppure alle ricerche di taglio sociologico volte a ricostruire il profilo di quelle emozioni collettive che sorreggono una serie di fenomeni socio-culturali di massa estremamente significativi, quali ad esempio le grandi manifestazioni sportive. di MARCO SOLINAS
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RAGIONE MORALE E RAZIONALITÀ STRATEGICA |
Nella sua opera del 2009, Reason and Rationality, Jon Elster riflette sulla distinzione tra due modi di interpretare la facoltà razionale umana, modi che in teoria politica sono spesso divenuti alternative senza soluzione di continuità. La dicotomia in questione vede, da una parte, la ragione (reason) nel suo significato morale, connesso alla valutazione di eventi particolari in relazione a un bene comune generale, e, dall’altra, la ragione nel senso di razionalità strategica (rationality), importante per la spiegazione del comportamento finalizzato allo scopo. di GIULIA LASAGNI
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ENTITÀ GEOGRAFICHE: LAUNDRY LIST, ESEMPI E DEFINIZIONI. COSA NON È UN OGGETTO GEOGRAFICO |
La locuzione inglese laundry list si riferisce, senza pretesa di esaustività, a una lista del bucato, della spesa, ma anche a un lungo, talvolta casuale, spesso generale e occasionalmente tedioso elenco di cose, oggetti e così via. Ora, dei due termini in tale locuzione, il secondo, list, non sembra prestarsi a particolari ambiguità, indicando appunto una lista o un elenco. Diverso è invece il discorso per laundry che, da definizione, potrebbe spaziare da ciò che manca per riempire un frigorifero, fino alle antiche enciclopedie cinesi degli animali di borguesiana memoria, garantendo, in questo senso, una possibile eterogeneità a quel qualcosa di cui poter fare un elenco. di TIMOTHY TAMBASSI |